Equosolidale, una parola che negli ultimi anni si sente sempre più spesso e la si associa, sovente, solo a prodotti alimentari e piccolo artigianato. Cosa significa che un prodotto è equo e solidale? Vuol dire che è stato prodotto attraverso delle tecniche ad altissima sostenibilità ambientale, nonché garantendo ai lavoratori impiegati nel processo produttivo una retribuzione adeguata, condizioni di lavoro dignitose e salubri, orari sostenibili, il divieto dell’impiego minorile. Spesso quando si sente parlare di prodotti equosolidali si pensa subito (e forse esclusivamente) alle piccole botteghe che oramai sono spuntate in ogni città, oppure ad alcuni banchi dei mercatini durante le fiere. In realtà quello che è un movimento che ha avuto la sua prima manifestazione, effettivamente, in piccoli negozietti, adesso sta ottenendo una eco ben più vasta. Il merito è anche di alcune grandi catene di distribuzione organizzata (basti pensare a Coop) che hanno lanciato una vera e propria linea di prodotti a marchio, provenienti da processi produttivi che tutelano i lavoratori impiegati e l’ambiente. Purtroppo, di solito si pensa ai prodotti equosolidali come merce di qualità inferiore (forse poiché non pubblicizzata o difficilmente reperibile nei grandi supermercati), oppure si è portati a non sceglierli poiché il prezzo di vendita è superiore alla media. Va però specificato che dietro ad un piccolo sovrapprezzo si nasconde la possibilità per le popolazioni di Paesi in via di sviluppo e per il loro habitat di essere preservati da uno sfruttamento selvaggio. E’ probabile che in pochi abbiano sentito parlare di Oro Etico. Cosa si intende con questa definizione? L’oro etico è il medesimo metallo prezioso, ma estratto attraverso tecniche non invasive e senza l’utilizzo di metodologie che possano rivelarsi nocive per l’ambiente e per le comunità che vivono laddove l’oro è estratto, poiché non sono impiegati esplosivi e agenti chimici per la raffinazione. Inoltre tutti coloro che sono impegnati nelle attività di scavo e lavorazione ricevono un compenso adeguato e lavorano con i corretti sistemi di sicurezza, sostenendo orari di lavoro a misura di persona. Si parla di Oro Etico all’incirca dall’inizio del nuovo millennio, quando hanno iniziato ad imporsi in quasi tutto il mondo normative più stringenti in tema di tutela ambientale e sociale. L’oro etico, essendo ottenuto in ottemperanza a tali legislazioni, prende anche il nome di Oro Green, poiché il termine verde è diventato sinonimo di ecosostenibilità. L’oro etico è green poiché non si adoperano sostanze altamente inquinanti come cianuro e mercurio, utili alla raffinazione e quindi alla separazione dai materiali di scarto. Tali sostanze finiscono irrimediabilmente per inquinare l’ambiente circostante alla cava, per poi interessare un territorio via via più ampio una volta smaltite nei fiumi. Inoltre l’oro etico è verde per via, come anticipato, della tutela della salute dei lavoratori impiegati nell’estrazione e nella raffinazione, ma anche in tutta la filiera produttiva. Sono attive numerose associazioni ed enti che stanno cercando di porre fine all’estrazione indiscriminata dell’oro, un settore produttivo che vede coinvolte più di quindici milioni di persone, per lo più in Africa. E’ infatti il vecchio continente lo scenario principale in cui avviene l’estrazione e la raffinazione dell’oro e sono ancora moltissime le imprese minerarie illegali e prive di licenza, in cui i turni di lavoro sono massacranti e non sono osservate neppure le minime disposizioni in tema di sicurezza sul lavoro e rispetto ambientale. Ecco perché si sta cercando di creare delle certificazioni che attestino che l’oro acquistato sotto forma di gioielli o lingotti deriva da imprese etiche. Lo scopo è sensibilizzare gli acquirenti al fine di spostare le loro preferenze verso una scelta eticamente consapevole, al fine di portare in breve tempo tutte le imprese minerarie ad adottare modalità di lavoro sostenibili. Ad esempio, Fairtrade International, organizzazione internazionale senza scopo di lucro che si occupa di certificare i prodotti provenienti dal commercio equo e solidale, si sta impegnando al fine di rilasciare una certificazione in tal senso, garantendo il giusto operato delle aziende coinvolte nell’estrazione dell’oro. Il vero successo di iniziative come quella di Fairtrade International dipende però dal consumatore. Non basta una certificazione a cambiare a lungo termine il panorama del mercato aurifero se i consumatori non si sentiranno coinvolti dal tema e pronti a supportare le iniziative. Come fare per supportare la lotta per l’oro etico? Basta iniziare ad informarsi prima dell’acquisto e preferire solo oro certificato. Ad esempio una coppia che sta per sposarsi può richiedere che le fedi nuziali siano coniate utilizzando solo oro green. Certamente il prezzo dell’oro etico, come accade per ogni tipologia di prodotto equo e solidale, sarà più alto dell’oro tradizionale, ma si avrà la certezza che dietro un anello non ci sia il lavoro di un bambino, il sangue di un lavoratore che ha subito un incidente in cava e lo sversamento di sostanze inquinanti nei fiumi o sul terreno. Scegliere oro etico significa non rendersi complici di un mercato senza scrupoli e attivarsi affinché sempre più aziende comprendano l’importanza di adeguarsi ai minimi standard di sicurezza e dotarsi di marchi di riconoscimento come quello di Fairtrade International. E se doveste rivolgervi a qualche gioielleria che non tratta oro etico, sarà la giusta occasione per fare visita a un altro rivenditore.